Negli ultimi anni avrai sicuramente sentito parlare di FOMO o “sindrome di fomo” e la sua relazione con i social network. F.O.M.O. è un acronimo inglese il cui significato è fear of missing out che tradotto significa paura di perdersi qualcosa. Questo termine è stato usato per la prima volta nel 2004 e sta ad indicare un’eccessiva preoccupazione riguardante la possibilità di perdere eventi o interazioni sociali. La FOMO viene quindi associata alle conseguenze negative dell’uso di internet, soprattutto degli Smartphones, e alla dipendenza da social. In questo articolo cercherò di aprire a una possibilità di riflessione sull’argomento dell’uso dei social network e gli effetti sui giovani adulti.
Sono la dott.ssa Maddalena Bernardi, psicologa online e specializzanda psicoterapeuta a indirizzo interazionista. Se leggendo volessi avere qualche informazione sulla possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia individuale online, contattami cliccando sull’icona di Whatsapp che appare a lato o all’indirizzo e-mail info@psicoterapia-on-line.com.
Cos’è la fomo?
Il concetto di fomo è generativo di significato nella complessità interattiva di oggigiorno. I discorsi ed i processi storico-culturali si legano alla configurazione di nuove forme di disagio, sfornando nuove etichette nel tentativo di ridurre la complessità dei fenomeni. In qualche modo quindi, la definizione della sindrome di fomo, che, come detto, ha origini negli anni 2000, incontra una forma di disagio nella modalità relazionale dei nativi digitali.
Questa modalità relazionale e di espressione dei nativi digitali ha a che vedere con la costruzione di un’identità sociale; oggi, infatti, è chi non usa i social network che è “strano”. Il rimanere connessi, la partecipazione alle vite degli altri attraverso le visualizzazioni e i “mi piace” ha un suo senso e se non viene compreso il rischio è quello di attribuire un giudizio morale a qualcosa per noi diverso e che facciamo fatica a capire. Ma cosa vuol dire avere paura di perdersi qualcosa nel contesto storico-culturale in cui i giovani adulti sono inseriti? Se non ci togliamo le lenti di chi problematizza la diversità perché non la capisce, non possiamo comprendere veramente cosa possa voler dire a livello identitario l’”essere tagliato fuori” dalle interazioni sociali per un giovane adattato al suo contesto di riferimento. I social network sono quindi, prima di tutto, importanti strumenti di appartenenza e aggregazione che permettono di mantenere le relazioni e costruire un’identità sociale.
La fomo, per fare degli esempi, può arrivare a costituire disagio nei suoi effetti. Non è quindi sperimentare la fear of missing out ad essere un problema di per sè, ma quanto questa paura e preoccupazione ha degli effetti sul proprio benessere, vincola le proprie scelte, non permette di fare altro e quindi limita le proprie possibilità di vivere in altro modo.
Quando l’uso dei social network costruisce un disagio.
I social network costituiscono la nuova forma di comunicazione e di mantenere relazioni per eccellenza. Ma quando l’uso diventa dipendenza da social? Seguendo la linea di quanto detto finora, se parliamo di “dipendenza”, ci perdiamo l’aspetto di -filia quindi di affinità e piacere che dà l’essere connessi e quindi l’esserci. È quindi fondamentale non attribuire una dipendenza a un numero di ore o una quantità di uso, ma comprendere ogni singolo caso specifico e quali sono i suoi effetti sulle possibilità di scelta della persona. Il rischio altrimenti è quello di attribuire un’etichetta di deviante che sì potrebbe avere degli esiti identitari.
Se provi disagio e pensi possa essere attribuibile alla fomo, posso aiutarti a capire come uscirne. Come psicologa online esperta in ansia sociale e difficoltà relazionali posso sostenerti e trovare la soluzione al tuo disagio. Contattami cliccando sull’icona di Whatsapp o scrivendomi all’indirizzo e-mail info@psicoterapia-on-line.com.