Gli attacchi di panico o crisi di panico, secondo la classificazione del DSM-5-TR fanno parte dei disturbi d’ansia e vengono descritti da chi li ha provati come una sensazione estremamente reale di morire. Dovuta all’elevata attivazione corporea della crisi di panico, chi ne ha esperienza può aver pensato ad un problema organico e può quindi aver ricorso a controlli ospedalieri. Se desideri capire a cosa ci si riferisce in psicologia con attacchi di panico e come gestirli, quest’articolo potrebbe fare al caso tuo.
Sono la dott.ssa Maddalena Bernardi, psicologa online e specializzanda psicoterapeuta a indirizzo interazionista. Se leggendo volessi avere qualche informazione sulla possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia individuale online, contattami cliccando sull’icona di Whatsapp che appare a lato o all’indirizzo e-mail info@psicoterapia-on-line.com.
Attacchi di panico: come riconoscerli.
Il termine psicologico “attacco di panico” o “crisi di panico” è tra i più abitualmente utilizzati nel linguaggio comune, sintomo di una certa normalizzazione ma anche unificazione linguistica del vissuto ansiogeno. Ma come fare a riconoscere un attacco di panico? L’attacco di panico viene comunemente definito come una sensazione di “stare per morire” in cui ci si sente sopraffatti da una un’attivazione fisiologica che coinvolge il cuore (tachicardia), la respirazione (iperventilazione) e la temperatura corporea (aumento della sudorazione). Frequentemente chi ha vissuto un attacco di panico può essersi recato dal medico o in ospedale per capire di quale problema corporeo si trattasse, ipotizzando magari un infarto, per poi rendersi conto che si tratta di un disagio legato al costrutto di “ansia”.
In moltissimi casi la prima crisi resta anche l’ultima, ma il problema è vissuto al presente, tant’è che la narrazione è “soffro di attacchi di panico”. Spesso a seguito della prima esperienza di crisi in cui non si è riusciti a calmarsi in poco tempo, la persona trova una propria soluzione al problema: evitare quelle situazioni simili a dove ha avuto il primo attacco di panico o che hanno quindi delle caratteristiche per lei ansiogene. Questo tentativo di soluzione del problema non riduce però la questione a un solo contesto o situazione, ma termina ampliando la possibilità di vivere un attacco di panico a un ventaglio di situazioni nuove, con l’intenzione di evitare che risucceda.
Questo esempio riportato fino a qui, può non essere esaustivo e risuonare a tutt* coloro che stanno leggendo e che hanno vissuto una crisi di panico, ma rappresenta come, spesso senza esserne del tutto consapevoli, tendiamo a dare molto più spazio al problema, incastrandoci e limitandoci nel movimento più di quando non avesse fatto la situazione di partenza. Entriamo quindi in un circolo vizioso che può arrivare a invalidare in modo più o meno grave i nostri contesti di vita.
Come gestire l’ansia e gli attacchi di panico?
Gestire l’ansia e gli attacchi di panico, non può, per forza di cose, corrispondere a una formula univoca e valida per tutt*. Il miglior modo per comprendere come affrontare un attacco di panico è quindi quello di iniziare un percorso di psicoterapia individuale online o in presenza. Rivolgiti a un professionista psicologo/a psicoterapeuta che possa comprendere il tuo caso specifico, i significati che attribuisci all’ansia e agli attacchi di panico, come hai modificato il tuo modo di stare nei vari contesti e nelle relazioni. La comprensione del tuo modo di vivere il problema e la narrazione che lo mantiene sono aspetti fondamentali per una corretta gestione e risoluzione dello stesso.
Se cerchi una psicologa online per crisi di panico, contattami cliccando sull’icona di Whatsapp o scrivimi all’indirizzo e-mail info@psicoterapia-on-line.com.