Il costrutto “autostima” fa parte di quei termini psicologici di cui il linguaggio comune si è appropriato e che vengono utilizzati nei contesti più svariati. Ti sarà capitato di assistere a una conversazione in cui una persona dice “ho problemi di autostima” o raccontando un episodio della sua vita dice “questo ha rafforzato la mia autostima”. In queste occasioni avremmo l’impressione di esserci capiti perfettamente con il nostro interlocutore. Ma il costrutto “autostima” si nutre di discorsi che non sono validi e generalizzabili per chiunque. Secondo il Dizionario Treccani, l’autostima è la “considerazione che un individuo ha di sé stesso”. Ma di cos’è fatta questa “autostima”? C’è un modo per rafforzarla?
Sono la dott.ssa Maddalena Bernardi, psicologa online e specializzanda psicoterapeuta a indirizzo interazionista. Se leggendo volessi avere qualche informazione sulla possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia individuale online, contattami cliccando sull’icona di Whatsapp che appare a lato o all’indirizzo e-mail info@psicoterapia-on-line.com.
Autostima bassa o mancanza di autostima?
L’autostima più che qualcosa che abbiamo o non abbiamo, andrebbe considerata come fluttuante e modificabile e che può essere rafforzata, poiché, nonostante abbia anche a che vedere anche con il nostro contesto, vedremo che può dipendere da noi.
La considerazione e l’opinione che abbiamo di noi, si compone delle teorie su noi stessi che sono generate dalle nostre interpretazioni attribuite alle teorie che gli altri hanno su di noi. In altre parole, l’autostima è un processo sociale e individuale che ha a che vedere con il riflesso di noi stessi sullo specchio che gli altri ci porgono, ma è il nostro sguardo su quel riflesso che fa la differenza e che influisce sull’avere una buona o scarsa autostima. Quel riflesso, infatti, non mi definisce di per sé. La stima di sé, appunto, non è un mero elenco di caratteristiche statiche ma si nutre di ruoli, contesti, interazioni e interpretazioni; ciò che diciamo ma anche ciò che facciamo.
A livello pratico e puramente esemplificativo poiché non conosco il tuo caso specifico, ti propongo di fare un esercizio di questo tipo: pensa ad una persona di successo. La stai visualizzando? Ora, perché quella è una persona di successo? Cosa significa per te essere una persona di successo? Cosa fa quella persona per esserlo? Cosa si dice? Cosa le dicono?
Come avere o come aumentare l’autostima?
Seguendo la linea di ciò che è stato detto finora, l’interpretazione delle teorie degli altri su di noi e quindi i significati attribuiti, il valore e il peso dato, sono ciò che influiscono nell’alzare o abbassare l’autostima. I significati come detto, non sono immutabili, sono generati da interpretazioni e si nutrono di ciò che viene detto e fatto, dagli altri ma anche da noi stessi. In altre parole, se una persona del mio contesto mi dice “Buon* a nulla”, questa frase avrà un certo effetto su di me, che non è definito a prescindere da me, ma in base a come la interpreto e la uso. Ad esempio, se poi mi comporterò come quella che secondo me è una persona che è “buona a nulla” o eviterò di sperimentarmi in nuove e svariate situazioni che disconfermino queste teorie che sto generando su me stesso, starò compiendo la cosiddetta profezia che si autoavvera e arriverò a pensare di me che sono “buon* a nulla”.
Se il tuo obiettivo è quindi quello di rafforzare la tua autostima un inizio potrebbe essere quello di chiederti “Come sto usando quello che mi viene detto?”, “Quello che X e Y dicono di me, mi definisce?”. Le parole sono importantissime, ma altrettanto importante è come le usiamo e cosa ce ne facciamo. Recuperare o ritrovare l’autostima è possibile. Gli esempi riportati non sono rappresentativi o esaustivi di ogni situazione specifica.
Problemi di autostima e disturbi alimentari.
I disturbi alimentari o disagi riferiti all’identità corporea sono una “variegata gamma di manifestazioni cliniche accomunate dalla tendenza a far dipendere la stima di sé dal corpo e dall’insoddisfazione per il peso o per le sue forme” (Faccio E., 2007). Il costrutto di autostima che, come abbiamo detto, ha a che vedere con l’autoconsiderazione o stima di sé, può essere collegato ai disagi legati al corpo. Se ti interessa leggere di più sui disturbi alimentari, vai all’articolo “Disturbi alimentari: come uscirne”.
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